Acque e arie pure

 

Acque e arie pure

L’immaginazione aerea opera dietro la forza delle idealizzazioni, degli amori, che trascinano il sognatore verso le nostre chimere. Sì, l’immaginazione ascensionale di norma idealizza, e le idealizzazioni, tutte le idealizzazioni rispondono a valori e sdoppiano la vita. Così nella vita verticale dell’anima e dell’immaginazione, dove tutto ha una salita e una discesa, vengono precipitati i falsi valori e sublimati quelli veri, producendo salutari sdoppiamenti. E’ la dinamica tipica di molte immagini poetiche: nel donare un benessere psichico, trasportano il sognatore in un altro mondo, lo rendono altro da se stesso. E tuttavia questo “altro” è ancora lui stesso, anzi attiva un più di se stesso. Sono sdoppiamenti dei quali l’immaginazione mantiene la padronanza, in quanto sdoppia l’essere del sognatore dolcemente, naturalmente. L’immaginazione così ci fa conoscere noi stessi nella nostra duplicità: l’essere proiettato nell’immaginazione è duplice, come siamo duplici noi stessi.

Allora, nel fantasticare più solitario, quando idealizziamo, quando nelle nostre letture siamo abbastanza liberi per vivere, ora da uomo ora da donna, sentiamo la vita sdoppiarsi, tutti gli esseri sdoppiarsi nella loro idealizzazione, riconosciamo le bellezze delle nostre chimere tutte racchiuse nel mondo.

Attraverso questi sdoppiamenti, idealizzazioni, amori, apriamo l’esperienza delle vie ad un’antropologia dell’uomo sognante, ascoltiamo la coscienza che supera la mera soggettività e ci fa riconoscere, con gioiosa certezza, archetipi, valori e verità originarie e universali. E queste immagini, anche quando ci portano nella notte dei tempi e quando sono manifestazione di archetipi, di immagini originarie, sono sempre anche nostre e accompagnate da un nostro atto di presa di coscienza.

Una presa di coscienza che ci fa riconoscere un rigore, una morale alla base delle idealizzazioni proprie del sognare, tanto che facciamo esperienza di un’immaginazione morale.

Occorre rifarsi alla causa profonda, poetica e morale, delle immagini, dei libri destinati a far sognare ad occhi aperti. E poi, quel che più conta è il loro effetto benefico: ”Ora io fo poca stima di quella poesia che, letta e meditata, non lascia al lettore nell’animo un tal sentimento nobile, che per mezz’ora gli impedisca di ammettere un pensier vile, e di fare un’azione indegna” Operette Morali, Giacomo Leopardi

E’ infatti facile constatare che per riposare e sognare bene si devono rispettare valori primari, spesso legati ad elementi naturali. Si tratta di valori che appartengono solo secondariamente al contesto sociale, ambientale, familiare. All’origine delle dinamiche del nostro sognare, operano infatti valori fondanti, che sono realtà naturali, direttamente valorizzate.

Pensiamo all’idealizzazione nel maschile e nel femminile: si va ora a senso unico, secondo un valore o l’altro, per poi superare via via la polarizzazione secondo livelli sempre più alti, verso una comunione sognata di maschile e femminile, di animus e anima, dei due principi dell’essere integrale.

Consideriamo i valori che governano le immagini naturali, per esempio, le immagini dell’acqua e dell’aria, troveremo che l’immagine ideale della purezza non può fare a meno del simbolismo naturale dell’acqua limpida. Per questo proviamo ripugnanza verso un fiume sporco: è un oltraggio alla maternità delle acque e a madre-natura! E come spesso accade, per l’immaginazione legata ad elementi naturali e a valori primari, i nostri sogni vivono di una dinamicità bipolare, partecipano al dramma della purezza e dell’impurità dell’acqua: basta una minima impurità per far diventare l’acqua impura nel suo insieme. E’ la forza naturale del male a far attribuire all’acqua sporca e cattiva una somma infinita di malefici.

Forse è per l’influenza dei valori primari che ci sono grandi sognatori delle acque torbide e attive. Questi sognatori sono presi dall’acqua nera tormentata da forze oscure, generatrici di bolle e mulinelli, sono turbati dall’acqua che da sola muove la melma. Immerso in sogni impuri legati all’acqua che scorre nel e intorno al sognatore notturno, l’uomo addormentato sente circolare dentro di sé, intorno a sé, delle correnti nere e melmose. E questo nerume è male, mentre l’acqua pura è bene.

Se l’acqua impura ha i suoi poteri malefici per l’immaginario, l’acqua limpida e chiara non si limita a pulire, purifica. Infatti, purificarsi interessa la profondità, non significa semplicemente pulirsi in superficie. Attraverso la purificazione, si partecipa ad una forza feconda e rigeneratrice, tanto che con l’acqua pura assumiamo una sostanza del bene. Per questo all’acqua pura si chiede una purezza sostanziale e attiva. Poeti e santi ci insegnano che è sufficiente una goccia di acqua pura a purificare un oceano, ma basta una goccia di acqua impura per sporcare un universo.

Per santa Teresa di Gesù, l’acqua è l’elemento vitale per ricreare il Signore: le piante vanno innaffiate affinchè non inaridiscano e producano fiori di deliziosa fragranza per ricreare il Signore. Santa Teresa di Gesù immagina quattro modi di innaffiare il giardino a cui fa corrispondere quattro gradi di orazione: cavando l’acqua dal pozzo, che è il modo più faticoso; aiutandosi con una ruota ed acquedotti avendo più acqua e con fatica minore; derivandola da un fiume o da un ruscello, che è il modo migliore perché la terra ne rimane imbevuta ed occorre meno che il giardiniere la innaffi; e finalmente una buona pioggia, con la quale è Dio che annaffia senza alcuna nostra fatica.

Sì, l’acqua celeste e chiara che cade dal cielo, oltre ad essere generosa per il giardino, è limpida e basta berla una sola volta per lasciare l’anima netta e pura di ogni colpa. L’immaginazione sull’acqua viva non conosce limiti: c’è un’acqua meravigliosa del cielo che invece di spegnere il fuoco lo ravviva: “L’acqua delle vere lacrime, data dal Re del cielo nel tempo della vera orazione, ravviva il fuoco e lo rende più duraturo, il fuoco da parte sua aiuta l’acqua a sempre più rinfrescare”. Vita di S. Teresa di Gesù, S. Teresa di Gesù. E’ l’acqua viva di quella fontana di cui il Signore parlando alla Samaritana disse che chi ne beve non avrà più sete in eterno.

Sì, l’acqua toglie la sete e mancando si muore. “Io so di una persona la cui sete era così viva da vedere la stessa chiaramente di essere vicinissima a morire, se il Signore non la soccorreva con darle di quell’acqua in così grande abbondanza da farla quasi uscire di sé con qualche grande rapimento” Vita di S. Teresa di Gesù, S. Teresa di Gesù.

Lo stesso valore salvifico della purezza anima l’immaginazione dell’aria, anche se con minore profondità: l’aria cattiva e l’aria pura, il sogno della purezza dell’aria, il valore di vivere e respirare la purezza dell’aria, l’aria come coscienza di libertà, di riposo e distensione, e al tempo stesso come preludio di un avvenire. Per questo, la semplice gioia di respirare l’aria pura e fresca è tonificante.

Pensiamo all’aria pura nietzschiana, impressione bellissima di giovinezza e di novità, respirando, con narici turgide come calici, libera, senza futuro e senza ricordi … e dalla totale assenza di odori, in quanto gli odori sono catene sensibili al ricordo.

Nietzsche sogna solamente la tonicità, il freddo e il silenzio.

Godiamoci momenti di riposo e di distensione respirando con gioia l’aria buona, pura, secca, fresca. Immaginiamo l’aria delle alture, un’aria fine, viva, sottile. Cresciamo con la respirazione di quest’aria tonica. Innalziamoci verso le più alte vette e le più fredde solitudini. Aspiriamo al silenzio. Da questa grande e silenziosa frescura che penetra nel petto, come si respira liberamente! Prendiamo così coscienza dell’istante libero, di un istante che prelude a un avvenire.

Ma si tratta di prendere coscienza dei valori stessi che comandano l’acqua e l’aria. Così comprenderemo che l’acqua e l’aria impure, per l’inconscio, sono il ricettacolo del male, sono la sostanza stessa del male. Mentre sono sogni benefici quelli cullati dall’acqua e quelli portati dall’aria e nell’aria, dall’aria in cui respiriamo, seguendo il ritmo del nostro respiro.

Per godere quindi del benessere del riposo attivo, occorre avere coscienza più estesamente, con l’aiuto di Bachelard e dei poeti, dei valori universali naturali, e di archetipi umani che danno luogo ad una morale dell’immaginazione, quali l’intimità protetta, l’infanzia, il radicamento, la profondità, il piccolo che è intimamente grande, la leggerezza. Si devono vivere le dinamiche e le polarizzazioni di valori quali maschile/femminile, cadere/salire, distensione/tensione, calore/gelo, l’essere terrestre/l’essere aereo.