Il dolce calore intimo

 

Il dolce calore intimo

Nella nostra visione dell’uomo come creatura del “piacere” piuttosto che del “bisogno”, come non tornare a riconoscere che iI fuoco porta con sè valori sessualizzati, alla cui origine troviamo la fenomenologia primitiva dell’uomo scaldato dall’uomo, come in un raddoppiamento del dolce calore naturale del nido, dell’ovile, dell’amore per il calore innato. Pensiamo al valore che porta gli amanti a parlare del loro nido.

Il dolce calore è così all’origine della felicità, o meglio è la coscienza delle origini della nostra felicità.

Un cuore lieto fa bene al corpo,
uno spirito abbattuto inaridisce le ossa

Proverbi 17, 17-24

Sì il calore dolce ed intimo è un grande valore dell’umanità, abbiamo la coscienza profonda che il calore dà il benessere dell’anima e del corpo.

E poi, infine, abbiamo bisogno del dolce calore intimo.

Bachelard, preso dalla sua ricerca delle immagini che hanno profonde radici nello psichismo umano, ci fa scoprire che la dialettica del fuoco e del calore simbolizza la dialettica del maschile e del femminile, secondo la quale l’immagine del fuoco come calore intimo e riposante è contrapposta all’immagine attiva del fuoco ardente dal carattere maschile “Troveremmo facilmente una sistematica del calore diffuso, del calore dolce, del calore così fedele da essere senza dubbio l’archetipo dell’immagine della femminilità. (…) Avremmo, con Novalis, delle immagini materiali che ci insegnano, con tutta la potenza dell’immaginazione fondamentale, il riposo e la felicità.” La poesia della materia

Restando tra i poli di questa dialettica, al valore del dolce calore distensivo si oppone il freddo tonificante, il freddo delle altezze, la gioia di respirare l’aria pura e fresca. E allora risvegliamo in noi il soffio fresco, fatto di aria tersa, tranquilla. Ci dà calma, suggerisce grandi immagini di serenità e leggerezza. Il soffio mentre si gonfia attinge, al livello cosmico, dal respiro della terra.

Così la respirazione giovane e forte aspira a grandi boccate di aria fresca, pura, vitale. Al contrario una respirazione oppressa trova l’aria pesante, afosa, cattiva.

Faceva freddo. Il vento
mi tagliava le dita.
Ero senza fiato. Non ero
stato mai così contento.

Allegria, Giorgio Caproni

Il freddo tonifica, ha un carattere offensivo, risveglia quella volontà di potenza che ci fa reagire a freddo. Respirare l’aria fresca e pura ci dà slancio, tensione oppure un certo riposo e distensione, un raccoglimento. L’aria fresca aspira al silenzio, mentre l’aria tiepida si armonizza al brontolio del focolare. Il silenzio a sua volta ha bisogno del carattere offensivo del freddo.

Sul freddo non riusciamo a fantasticare. Il freddo ha un so che di ostile all’organismo umano. Il corpo ha paura del freddo, ne ha paura nella sua anima e non nella sua pelle, né nei suoi muscoli. Mentre il calore, in un certo qual modo, fa nascere le immagini, il freddo non viene immaginato, ma piuttosto misurato, per difendersi. Per questo l’aria fredda blocca, non solo i pensieri, ma anche i sogni.

Eppure il freddo può prestarsi a fornire occasioni per godere del dolce calore intimo.

Rimanendo nel regno dei valori, come non considerare la dialettica del fuoco e del calore, che sta a designare un’immaginazione estroversa e un’immaginazione introversa. Immaginiamo secondo questi vettori. Il fuoco si esteriorizza, esplode, si mostra, il calore invece si interiorizza, si concentra, si nasconde. Il calore ci porta nella dimensione dell’interiorità sognata, che è calda, mai bruciante. Il calore è un bene, un possesso, bisogna conservarlo gelosamente e farne dono soltanto ad un essere prescelto, che merita una comunione, una fusione reciproca. Mentre il fuoco illumina, fa giochi di luce, scherza alla superficie delle cose, il calore penetra all’interno delle cose, e all’interno degli esseri. Il calore è intimo. Dove non arriva l’occhio, dove non penetra la mano, si insinua il calore.

Il calore è segno di una profondità, raccoglie tutti i valori intimi.

Negli esercizi di immaginazione dobbiamo aver ben presente questa dinamica dei valori del fuoco e del calore e considerare le proprie affinità verso questi valori. E’ una dinamica che, come per ogni elemento primordiale, interessa tutti i sensi e diventa estrema: è in gioco la polarità tra il bisogno di vedere e il bisogno di sentire, tra l’irraggiamento luminoso e potente del fuoco, che non si fa toccare, e il dolce intimo calore, oscuro e incancellabile, irradiato dalle carezze, dal quel tatto che non vuol vedere.

Aderiamo per un attimo all’audacia di questi versi:

Sentimenti visibili
vicinanza leggera
chioma di carezze.

 Nush, Paul Eluard

In ogni caso, il fantasticare segue la tendenza verso un potere concentrato; come ogni ricchezza, il fuoco è sognato nella sua concentrazione, si desidera racchiuderlo in un piccolo spazio, per custodirlo meglio, nonostante la tendenza a diffondersi verso l’alto. Immaginiamo il seme della mela di Cyrano de Bergerac:”piccolo sole di questo piccolo mondo, che riscalda e nutre il sole vegetativo di questa piccola massa”. Tale calore condensato, tale caldo benessere amato dagli uomini fa passare l’immagine da un’immagine che si vede ad un’immagine che si sente e si vive: il seme è il produttore di un calore vitale.

In questo dolce percorso in profondità, troviamo le impressioni fisiologiche del calore interno, in quanto calore digerente, calore stomacale. Troviamo le certezze della buona digestione, della corroborante minestra, del sano bruciore di un alcolico. Questo calore interiore, avviluppato, preservato, posseduto, che è l’assimilazione propria di una buona digestione, porta a postulare, inconsciamente, l’esistenza di un fuoco nascosto e invisibile nel nostro corpo.

In questo ambito di valori arcaici e sempre attuali, viene da sé pensare all’alimento tiepido e fecondo per eccellenza: il latte materno, che il bambino trova così dolce, tiepido, protettivo.

Sant’Agostino nelle Confessioni ci dà l’immagine del latte materno come bene che viene dal Signore:“Mi accolse dunque la dolcezza del latte umano, non già che la madre o le nutrici gonfiassero da sé le loro mammelle. Tu, per mezzo loro, mi elargivi quell’alimento dell’infanzia”.

Con il latte, il calore è portato da un fluido penetrante, da una sostanza calda, dolce, tiepida, avviluppante, protettrice. Ed è facile constatare che il calore portato da materie fluide è più penetrante. Il desiderio dell’etere chiaro, caldo e penetrante, la soddisfazione del senso termico e la coscienza profonda del benessere del calore portano l’uomo a riscoprire in sé il valore positivo del corpo. Questo bisogno di penetrare, di andare all’interno delle cose, all’interno degli esseri è una seduzione del calore intimo. Dove non arriva l’occhio, dove non penetra la mano, si insinua il calore.

La pelle è una delle radici della vita e ne racchiude tutto il calore. Il bambino nel ventre della madre,  non ha nessuna voglia di nascere: sta abbastanza al caldo lì.

L’immaginazione, comunque, vive il calore intimo e cosmico anche oltre la pelle, all’aperto; immaginiamo le immagini riposanti di un lago tranquillo, rischiarato e addormentato dalla luna. Se il chiarore lunare è sufficientemente diffuso e l’acqua leggermente mossa, passando da trasparente a translucida, il lago diventa di una materia lattiginosa e tiepida. E’ l’immagine di una notte tiepida e felice, un’immagine cosmica, immensa, dolce. Il tepore dell’aria, la dolcezza della luce, la pace dell’anima sono necessarie all’immagine. La serenità dell’uomo impregna di latte le acque contemplate. E’ il latte il calmante per eccellenza. Le acque calme sono di latte caldo.

Quest’immagine ha la capacità di rianimare un ricordo felice, il più tranquillo, il più rassicurante dei ricordi, il ricordo del latte che nutre, il ricordo del grembo materno, l’immagine del dolce abbandono del bambino sazio, del bambino che si addormenta sul seno della madre.

Per l’inconscio, infine, l’acqua calda è il latte succhiato, il fluido essenziale di un calore che ci scalda e consente la gioia di un possesso totale; in breve, è il latte materno, è la madre.

Abbiamo bisogno di queste immagini sostanziali e del loro calore. Tali immagini dolci e calde, riposate e riposanti, tiepide ed umide ci guariscono.

L’acqua e il calore sono i nostri beni vitali. Bisogna imparare ad economizzarli.