Il riposo al femminile
Il riposo al femminile
Procedendo nell’ascolto delle nostre fantasie e delle realtà psichiche di cui prendiamo coscienza attraverso i poeti, scopriamo, quando sogniamo bene, l’alterità e l’intreccio del maschile e del femminile. Nel profondo, come ci ha insegnato C. G. Jung, non c’è rivalità tra maschile e femminile, ma piuttosto un intreccio di idealizzazioni e di proiezioni, reciproche e impersonali. Lo psichismo umano è, nella sua primitività, androgino, afferma Jung. E, in merito al mondo dell’immaginazione, in proposito, potremmo affermare che è proprio l’armonia androgina che dà all’immaginazione la sua azione distensiva e rassicurante, la pace dei generi.
Ogni rivendicazione o rivalità tra la donna e l’uomo, che sono nel nostro intimo, invece fa sognare male. La natura buona e tranquilla, le immagini semplici e profonde tendono ad eliminare questi conflitti, questi eccessi, per favorire uno scambio intimo, in una stessa anima, tra le potenze del maschile e le potenze del femminile.
Di qui le immagini dell’occhio destro e della mano destra che sono motivo di scandalo, nella Vangelo di Luca: l’occhio destro maschile, dell’animus direbbe Jung, persuasivo e giudicante, la mano destra del potente, di colui che crede di poter fare ed ottenere tutto ciò che vuole.
“Se il tuo occhio destro ti è motivo di scandalo, cavalo e gettalo via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo venga gettato nella Geenna. Se la tua mano destra ti è motivo di scandalo, tagliala e gettala via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo vada a finire nella Geenna”. Mt 5,29-30.
Perché la nostra vita possa esprimersi in pienezza, mettendo a frutto le sue magnifiche facoltà, è necessario ridurre in noi le pretese del “maschile” per dare spazio al “femminile”, bilanciando “estroversione” e “introversione”. Occorre allora saper vedere con l’occhio femminile, senza pretese e distaccato, che osserva e sa meravigliarsi. Occorre dare spazio alla mano sinistra: è accogliente, tocca, accarezza e guarisce.
Questa ricchezza e pace dei generi, questo intreccio dei valori del maschile e del femminile possiamo viverli fino in fondo attraverso le parole e le immagini poetiche. Comprenderemo quando è l’animus a guidare e quando è l’anima a donarci un’espansione dell’essere, un approfondimento d’essere, e a farci comprendere infine che il mondo deve essere redento dall’essere femminile. Così il vero riposo, il sognare diurno senza dramma, senza azione, senza storia, senza pretese, ci sono dati dalla grande spensieratezza propria del femminile.
Ma attenzione, il femminile non è una debolezza, non deriva semplicemente dal venir meno dell’animus, ha poteri propri. E’ il principio attivo e interiore dell’anima e del nostro vero riposo. E questo riposo non è semplicemente mancanza di preoccupazioni, vuoto di spirito, è piuttosto nutrito dalle parole e dalle immagini tranquille della dolcezza di vivere, della pace dell’anima, dell’essenza del femminile. Chi sogna la vita semplice e le parole dolci, senza cercare un sapere, chi leggendo sogna le parole propende verso il femminile. Dolcezza, lentezza, accoglienza, tenerezza, espansione … sono parole e immagini che ci donano il riposo al femminile.
Anselm Grun sul carattere del riposo sintetizza felicemente: ”Riposo significa guardare alla luna attraverso la propria porta. Nel mio cuore c’è una porta attraverso la quale posso guardare la luna. C’è bisogno di tempo, serenità e attenzione per aprire questa porta nel mio cuore”. Bellezza
Rallentiamo, prendiamoci tempo, con l’aiuto di questa immagine. Una volta aperta questa porta, potremmo lasciarci condurre con la nostra immaginazione da questi versi:
Ho accompagnato
la luna
sino al cuore di una nuvola nera.
Un lupo in agguato, Abbas Kiarostami
Proponiamo una grande immagine cosmica al femminile, l’immagine delle acque, il grande riposo delle acque tranquille: le acque addormentate. Con queste semplici immagini prendiamo coscienza di un’anima sognante e straordinariamente semplice. Qui riceviamo l’insegnamento di una tranquillità naturale, della tranquillità della nostra natura, della tranquillità sostanziale della nostra anima. Chi è segnato dall’acqua coglie i benefici dell’anima.
E’ in profondità, nell’immaginazione profonda che troviamo il femminile dispiegato in tutta la sua pienezza, che riposa nella sua semplice tranquillità. Quando l’immaginazione si fa veramente profonda, l’essere che sogna in noi è femminile. In profondità, scendendo, sempre scendendo, in una discesa senza caduta, in questa profondità, regna il riposo al femminile. E’ in questo riposo al di fuori dagli affanni, dalle ambizioni, dai progetti, che conosciamo il vero riposo, in cui l’anima e il corpo sono immersi nella tranquillità dell’immaginazione. Non ci sono problemi e preoccupazioni per chi conosce la sicurezza del riposo al femminile.
Chi sogna la vita, la vita semplice senza cercare un sapere che spieghi, propende verso il femminile.
E quando raggiungiamo il femminile sereno, il tempo scorre tranquillo e con continuità, raggiungiamo la dolcezza di vivere. Presi, nella quotidianità, dall’ orologio del maschile che procede dinamico e a scatti, cerchiamo in noi, con fiducia, l’orologio del femminile che si muove scorrendo con tranquillità e con continuità.
Quando ci è dato di sognare, prevale l’androginia, viviamo la dialettica del maschile e del femminile che segue un ritmo delle profondità e della superficie: va dal meno profondo verso la superficie (il maschile), al profondo, al sempre più profondo (il femminile).
Non affidiamoci agli sforzi di volontà, non sforziamoci, seguiamo il fantasticare tranquillo al femminile, che riempie con i suoi benefici colui che fantastica. Sogniamo la vita semplice, senza cercare di capire, senza mirare al possesso di un sapere. Propendiamo verso il femminile, il che significa rivolgersi all’anima: l’anima è sempre il rifugio della vita semplice, tranquilla, continua, della vita immobile, stabile, unita, senza drammi.
Per chi conosce il riposo femminile, non ci sono i problemi, non ci sono le fermentazioni dell’anima turbata, di un’anima appunto afflitta dai problemi. Le nostre migliori e più felici immaginazioni vengono in ciascuno di noi, uomini o donne, dal nostro femminile, dal riposo al femminile. Portano il marchio di un’innegabile femminilità.
Immaginiamo al femminile, lasciamoci andare alle immagini semplici, in profondità, nel grande riposo delle acque tranquille, dove riposa il femminile. Se non avessimo in noi un essere femminile come faremmo a riposare?