La tenerezza

 

La tenerezza

“Come una madre accarezza il proprio figlio, così io vi consolerò, vi porterò sul mio seno e vi cullerò sulle mie ginocchia! (Is 66,12-13)”.

“La tenerezza non è una virtù del debole, anzi, al contrario, denota fortezza d’animo e capacità di attenzione, di compassione, di vera apertura all’altro, capacità d’amore. Non dobbiamo avere paura della tenerezza” Santa Messa di san Giuseppe, 19 marzo 2013, Papa Francesco.

La tenerezza è uno stato d’animo dalle radici arcaiche, che porta ad una progressiva adesione, comunione e fusione con l’altro. Non è un’emozione improvvisa; anche se può manifestarsi in momenti di commozione che ci colgono di sorpresa, è piuttosto un processo: può raggiungere un diverso grado di intensità del nostro essere per l’altro, dell’abbandono di sé, fino a fondersi con l’altro. La tenerezza può essere felicemente condivisa con altri, ma, come per le carezze, tende a far rimanere tra solitari. Quando siamo presi dalla tenerezza siamo isolati dal mondo.

Proviamo soltanto ad immaginare questo momento e queste immagini della visitazione di Maria a Elisabetta offertoci da Rilke:

Le urgeva porre le mani sue
su quel corpo che già oltre era
e vesti e capelli di ambedue
confluiscono in onda leggera.

Visitazione di Maria

E’ una straordinaria immagine di pienezza e intimità cosmica, di carezza e fusione.

La tenerezza spesso esprime l’emergere di una grandezza interiore che preme senza esultare. Pensiamo a Teresa di Gesù Bambino, lei è colma di tenerezza, ama Gesù con la tenerezza di sposa, di madre e di figlia. Nella sua famiglia, il sentimento di tenerezza tra le due sorelle genera l’immagine della “margheritina doppia”: l’unione, ad opera di Gesù, di due piccoli boccioli appena schiusi, con gli steli fusi in uno solo.

La tenerezza di donna e di sposa di teresina si esprime nel lasciarsi andare nelle braccia dell’Amato, col capo sul suo cuore, con gli occhi negli occhi, carezzandogli il volto e desiderosa di ricevere da Lui un bacio d’amore.

La tenerezza non ispira grandi passioni, è piuttosto un sentimento minore, anche perché ha la capacità di renderci piccoli. Non c’è tenerezza senza semplicità ed umiltà.

Quando viviamo le immagini della tenerezza, diventiamo infatti immancabilmente piccoli, indifesi e poverelli, ci immedesimiamo in chi ci fa tenerezza, ci si stringe il cuore, ci raccogliamo su noi stessi e nell’altro, e proviamo una dolce commozione, un vissuto di partecipazione, un coinvolgimento interiore, in una condizione intima e al tempo stesso universale dell’essere, nella quale non c’è posto per le remore dell’adulto. Così possiamo abbandonarci allo spirito infantile delle tenere creature. Tenera è l’età del bambino, teneri sono gli anni della giovinezza.

Teresa di Gesù Bambino non può avere un sentimento di tenerezza che non si accompagni all’immagine di un fiore. Lei rosa sfogliata accarezza con i petali il Volto santo, accompagna il piede vacillante del Bambino Gesù mentre si posa a terra per la prima volta.

La tenerezza è un fiore dalle salde radici e generoso nei frutti. La sua Storia di un’anima insegna che la tenerezza va coltivata come un fiore, e da prima che il fiore dia frutti, in quanto gli stessi frutti dipendono tutti da come le prime radici fanno presa e vengono alimentate.

Un buon grado di abbandono è la condizione indispensabile per accogliere l’altro e può darsi soltanto con la totale fiducia. Solo così possiamo godere del vero riposo sereno, che accompagna la tenerezza.

Entrata è ormai la sposa
nell’ameno orto desiderato
e a suo piacer riposa
il collo reclinato
sulle dolci braccia dell’Amato.

Cantico spirituale, Juan de la Cruz

L’ “ormai” ci dà l’immagine di un passaggio compiuto in uno stato di abbandono e di unione, nel quale la sposa può godere dell’orto ameno e desiderato. Ora può, finalmente, riposare felice, in serenità e dolcezza. “Il collo reclinato sulle braccia dell’Amato”, che grande immagine di riposo, abbandono, protezione, unione!

Forse per la difficoltà di abbandono, provare tenerezza non è da tutti e possedere tale capacità è un valore, è quel valore che ci porta a distinguere un cuore tenero da un cuore duro, la tenera età dall’età matura.

Ma la mancanza di questo sentimento non è mai certa, non ci sono modi che assicurano l’immunità dalla tenerezza: può sorprendere il cuore più duro.

Le immagini della tenerezza, in quanto basate sul donarsi, hanno bisogno di comunicare, seppure intimamente: mentre richiamano il nostro essere più intimo, vivono un sentimento che non possiamo tener dentro, ha bisogno di manifestarsi. La tenerezza è prima di tutto espressione, commozione, emozione da condividere, può essere compassione o consolazione, è un movimento dell’animo verso l’altro che ricerca una comunione tra esseri, la messa in comune di qualcosa di intimo ed universale insieme, che scopriamo in noi e che ritroviamo nell’altro.

Le immagini poetiche della tenerezza ci commuovono nel profondo, non perché possono richiamare un vissuto o un’emozione mancata. Per queste emozioni basta un dolce sorriso, uno sguardo amorevole. Con le immagini poetiche possiamo sorprenderci in un pianto, con una voce che esce strozzata o si libera in un canto, come in Francesco nel Presepio di Greccio.

Le immagini della tenerezza ci fanno essere teneri, se non per sempre, almeno in quel momento, quando la proviamo.

Ma la tenerezza può farci paura. Ci vuole coraggio, vanno superate barriere e difese, per provare tenerezza e riconoscersi teneri. “E’ la tenerezza che ci fa paura”, canta Gianna Nannini, in Sei nell’anima. “E’ una strada stretta stretta fino a te”, che richiede semplicità e coraggio. Ci vuole un grande coraggio e una grande fede per farsi piccoli, piccoli, teneri e impotenti, ed avere la certezza di essere amati da Dio, proprio per la propria piccolezza. Ed allora, “quanta tenerezza, non fa più paura, sei nell’anima e lì ti lascio per sempre”.

Perché possa darsi la tenerezza occorre non aver paura di abbandonarsi, occorre aver totale fiducia nell’altro. Teresa Benedetta della Croce ci dà un’immagine molto efficace dell’abbandono nella totale sicurezza nell’altro, da cui scaturisce il sentimento di tenerezza: ”la dolce e beata sicurezza del bambino sorretto da un braccio forte. (…) E’ forse ragionevole quel bambino che vive costantemente nella paura che la mamma lo lasci cadere? (…) devo ammettere che la mia fiducia nel braccio che mi sostiene è ragionevole. Al contrario, è stolta la mia paura di cadere nel nulla, a meno che non sia io stessa a staccarmi dal braccio che mi protegge”.

Perché ci sia un vero abbandono occorre rinnegarsi, distaccarsi dal proprio “io”.

La tenerezza, insieme all’abbandono totale, carezzevole e dormiente, può portare fino alla sospensione di tutti i sensi. Proviamo a godere di queste immagini che ci dona san Juan de la Cruz:

Sul mio petto fiorito,
che per lui solo intatto serbava,
lì rimase dormiente
ed io l’accarezzavo
e il ventaglio di cedri l’arieggiava.

E l’aura dei bastioni
mentre quei suoi capelli discioglievo
con la mano serena
nel collo mi feriva
e tutti i miei sensi sospendeva.

Dimentica, acquietata,
il volto reclinai sull’Amato,
tutto cessò e rimasi,
lasciando ogni mia cura,
circondata da gigli, obliata.

Notte oscura, Juan de la Cruz

Le immagini poetiche della tenerezza vivono del passaggio all’abbandono totale: l’anima è dimentica, acquietata, obliata.

E quando l’anima è nell’intima comunicazione di unione d’amor di Dio, la fiamma d’amor viva ferisce l’anima nel centro più profondo, e allora:

O cauterio soave!
carezzevole piaga!
o lieve mano! o tocco delicato
che sa di vita eterna
e ogni debito paga;
morte in vita, uccidendo, hai tramutato!

Fiamma d’amor viva, Juan de la Cruz

Il guscio da rifugio protettivo può essere guscio fragile e svuotato, guscio d’uovo da cui nasce la tenerezza:

Dolcemente svuotato con la bocca
E ornato con paesaggi lontani
Siamo in molti a pensare che non c’è
Modo di imballarlo come si deve
Un oggetto così fragile, così breve e così
C’è poco da sperare
Nella salvezza del guscio d’uovo.

La tenerezza del guscio d’uovo. Il più freddo anno di grazia, Giovanni Raboni

Immaginiamo …